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A02.15 - Canti Alpini

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I testi delle canzoni che accompagnavano i soldati nelle lunghe ore in trincea, durante le marce, canti nati, tranne qualche eccezione, nel fango delle trincee per farsi compagnia e sconfiggere la nostalgia degli affetti familiari e la paura dell'assalto. Ma anche le canzoni di protesta nate dal disagio e dai pericoli della guerra.
Chiamati alle armi molti poeti, nel freddo delle trincee, partorirono opere rimaste immortali. Prive della retorica di stato queste poesie testimoniano le tristi condizioni e i sentimenti dei soldati in guerra.



Nota al testo del canto

Alcuni testi differiscono dalle versioni cantate addirittura per strofe intere che spesso nella versione musicata vengono eliminate completamente. Questo e' dovuto alla fonte dei testi presi in esame che risultano a volte diversi a seconda di chi li cantava o il momento in cui venivano usati. Nonostante questo il loro significato sociale e valore storico non ne viene assolutamente sminuito.

 

La Tradotta che parte da Novara

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La tradotta che parte da Novara
e va diretta al Montesanto,
e va diretta al Montesanto,
il cimitero della gioventù.

Sulle montagne fa molto freddo
ed i miei piedi si son gelati,
ed i miei piedi si son gelati
e all'ospedale mi tocca andar.

Appena giunto all'ospedale
il professore mi ha visitato:
O figlio mio, sei rovinato
ed i tuoi piedi li dobbiam tagliar.

Ed i miei piedi mi hanno tagliato.
due stampelle mi hanno dato,
due stampelle mi hanno dato
e a casa mia mi han mandà.

Appena giunto a casa mia,
fratelli e madre compiangenti
e tra i singhiozzi e tra i lamenti:
O figlio caro, tu sei rovinà.

Mi hanno assegnato una pensione
di una lira e cinquantotto,
mi tocca fare il galeotto
per potermi ben disfamar,

Ho girato tutti i paesi
e tutti quanti ne hanno compassione,
ma quei vigliacchi di quei signori
nemmeno un soldo lor mi hanno dà.

 


Anonimo 1916
Canto inviato da Fabio Palazzi

 




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