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A02.12 - Canti Alpini

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2015 - © Copyright 2011- 2024

I testi delle canzoni che accompagnavano i soldati nelle lunghe ore in trincea, durante le marce, canti nati, tranne qualche eccezione, nel fango delle trincee per farsi compagnia e sconfiggere la nostalgia degli affetti familiari e la paura dell'assalto. Ma anche le canzoni di protesta nate dal disagio e dai pericoli della guerra.
Chiamati alle armi molti poeti, nel freddo delle trincee, partorirono opere rimaste immortali. Prive della retorica di stato queste poesie testimoniano le tristi condizioni e i sentimenti dei soldati in guerra.



Nota al testo del canto

Alcuni testi differiscono dalle versioni cantate addirittura per strofe intere che spesso nella versione musicata vengono eliminate completamente. Questo e' dovuto alla fonte dei testi presi in esame che risultano a volte diversi a seconda di chi li cantava o il momento in cui venivano usati. Nonostante questo il loro significato sociale e valore storico non ne viene assolutamente sminuito.

 

La Leggenda del Piave

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Il Piave mormorava
calmo e placido al passaggio
dei primi fanti, il Ventiquattro Maggio:
l'Esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...
Muti passavan quella notte i fanti:
tacere bisognava , e andare avanti !
S'udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò :"Non passa lo straniero!"

Ma in una notte triste
si parlò di un fosco evento,
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.....
Ahi, quanta gente ha visto
venir giù, lasciare il tetto,
poichè il nemico irruppe a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti,
venivano a gremir tutti i suoi ponti.
S'udiva allor, dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio dell'onde:
come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò:"Ritorna lo straniero!"

E ritornò il nemico,
per l'orgoglio, per la fame:
volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico,
di lassù: voleva ancora
sfamarsi, e tripudiare come allora...
No!- disse il Piave.- No!- dissero i fanti,
mai più il nemico faccia un passo avanti!
Si vide il Piave rigonfiar le sponde!
E come i fanti combattevan le onde...
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: " Indietro, và, straniero!"

Indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento...
E la vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
Tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti...
Infranse, alfin, l'italico valore
le forche e l'armi dell'impiccatore.
Sicure l'Alpi...Libere le sponde...
E tacque il Piave: si placaron le onde...
Sul patrio suolo, vinti i torvi imperi,
la Pace non trovò nè oppressi, nè stranieri!




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